太 鼓 Taiko
Il Taiko, tamburo giapponese, anticamente veniva considerato come la dimora degli spiriti e utilizzato nei rituali religiosi dello shintoismo. Gli veniva attribuita una funzione devozionale come strumento particolare di trasmissione dei voti agli Dei. Oggi il taiko viene utilizzato in diverse occasioni; per l’intrattenimento o nel rispetto delle antiche tradizioni per i rituali e i festival.
La parola taiko, composta dagli ideogrammi “grosso” (tai) e “tamburo” (ko), indica tutti i tipi di strumenti musicali membranofoni giapponesi. Nella tradizione giapponese il taiko ha un’importanza che va molto al di là della sua natura di strumento musicale: per il materiale stesso in cui è costruito, il legno, partecipa della sacralità dell’albero da cui deriva, e la sua voce potente e simile al tuono è in grado di giungere fin sopra alle nuvole, alla dimora dei kami, le divinità.
I giapponesi considerano la musica bella se è stata creata dalla natura e ad essa può fare ritorno, come se una parte della natura fosse stata inserita nella musica. I giapponesi amano ascoltare i suoni della natura, i canti degli uccelli e degli insetti. Si tratta di suoni che non vengono valutati in base ai concetti di melodia, armonia o ritmo: ai giapponesi piace ascoltare il suono in sé. Prima viene apprezzato il timbro di un singolo suono e poi il ma, lo spazio creato dopo esso, la pausa o intervallo di tempo, concetto fondamentale dell’estetica e della teoria musicale.
https://www.youtube.com/watch?v=ToFxWBBJ6dY
鼓音路 Kotoji
Kotoji, il nome del gruppo di Taiko organizzato da Takeshi Demise, è una parola composta da tre ideogrammi che significano “la via del suono del taiko”. Takeshi ha cercato un nome che avesse un suono più puro e autentico delle parole stesse. Un suono in grado di trasmettere l’emozione e l’energia dello spirito del taiko.
Takeshi Demise
Suona il taiko fin da piccolo al festival buddhista “Jizou-Matsuri” al tempio della sua città (Fukui). Come altri ragazzini giapponesi tiene con sé sempre vivo il ricordo del taiko, e inizia a dedicarsi seriamente a questo strumento partecipando al corso di taiko organizzato da Shumei Taiko Ensemble dal 2007. Ha imparato sia brani tradizionali – come Hachijo, Miyake, Osuwa – che composizioni originali del Shumei Taiko Ensemble. Attualmente vive a Milano e suona il taiko sotto la guida di Koji Nakamura (Los Angeles).